Microspie ambientali: cosa sono e come funzionano? Per capire esattamente la loro importanza in ambito investigativo è essenziale fornire prima di tutto qualche nozione tecnica e applicativa. Facciamo dunque un passo indietro e partiamo dalle definizioni.
Si definisce microspia qualunque tipologia di dispositivo elettrico/elettronico miniaturizzato in grado di catturare, trasmettere ed eventualmente registrare suoni e voci all’interno di un ambiente. Tali suoni vengono poi trasmessi a destinazione – ossia alla parte impegnata nel loro ascolto – tramite onde radio.
Rispetto alle microspie a radiofrequenza inventate negli Anni Cinquanta, la tecnologia odierna è ovviamente molto più evoluta e gli investigatori si trovano oggi a operare con microspie altamente performanti, miniaturizzate al massimo livello, estremamente sicure nella performance e quasi invisibili, e che hanno la caratteristica di poter essere installate praticamente in qualunque tipo di spazio, dall’ambiente più ampio all’oggetto più piccolo.
Com’è fatta una microspia?
Tipicamente, la microspia emette onde radio ed elettromagnetiche a specifiche frequenze e si compone da una mini-batteria, che alimenta i circuiti, un trasmettitore per trasmettere le onde all’etere, un micro-alimentatore per attivare il funzionamento, e un blocco ricevitore solitamente collocato a una distanza ragionevole dalla microspia stessa. In alternativa, per microspie ambientali più semplici, può essere disponibile un radioricevitore.
Ovviamente, le informazioni sonore emesse dalle microspie possono essere registrate tramite un device dedicato.
Vi sono poi microspie particolarmente evolute dal punto di vista tecnologico che comportano l’utilizzo di un cosiddetto microfono Infinity, ossia che intercetta i segnali audio presenti su una linea telefonica per poi trasmetterli anche a grande distanza grazie alla tecnologia GPS.
Al contrario, le microspie a radiofrequenza, più classiche, avranno per loro natura un raggio d’azione meno elevato e dunque opereranno su distanze più brevi. Tali distanze possono variare tra i 100-200 metri, nel caso vi siano ostacoli tra il dispositivo e il ricevitore, e i 500-1000 metri, se nulla separa i due device.
Come si individua una microspia ambientale?
Tipicamente, è molto complesso individuare una microspia ambientale a meno che non ci si rivolga a professionisti specializzati come Ponzi Investigazioni che, con la sua grande esperienza e competenza nel settore, è il principale referente sia per collocare questo tipo di dispositivo che per rilevarlo.
È poi importante ricordare che la microspia può essere collocata non soltanto nell’ambiente, ma anche a livello informatico o industriale: anche in questo caso, la professionalità e gli strumenti evoluti di Ponzi Investigazioni permetteranno di bonificare appieno qualunque spazio in modo da neutralizzare l’azione del dispositivo.
I vantaggi garantiti dalle microspie ambientali
Per concludere, nel caso in cui si stia invece valutando la possibilità di utilizzare microspie ambientali, sono numerosi i vantaggi legati a questo tipo di tecnologia.
Non soltanto il dispositivo è ormai di dimensioni contenutissime che ne permettono il posizionamento virtualmente ovunque, ma a una grande rapidità di impiego si associa la massima performance e la lunga durata di funzionamento anche in condizioni di lavoro gravose, nonché i costi contenuti.
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